martedì 30 agosto 2016

Un anno fa, proprio un anno fa

Stavamo per giocare contro la Fiore, avremmo vinto, avremmo vinto bene.
Mi avevi chiesto di andare comunque alla partita, ti avevo mandato questo MMS.
Avevi sorriso, me l'ha detto mamma.
E poi il giorno dopo le avevi chiesto di farti raccontare la partita.
Gliel'avevo raccontata e mamma mi aveva detto che eri riuscito ad essere felice.
E poi il giorno dopo ancora non c'eri più.
Temevo questi giorni, i giorni dell'anno dopo, come temo ciò che non conosco, ma mi hai insegnato anche ad essere curiosa e, dunque, mi osservo, osservo le mie sensazioni altalenanti.
Dicevi che ero il tuo fiore più bello anche se hai fatto in tempo a vedere i primi segni d'avvizzimento.
Mi sento come un fiore un po' sgarruppato ma tant'è...
Quella sera dopo la partita ho fatto la strada dallo stadio a casa a piedi.
Davide non smetteva di parlare: era felice e anche io lo ero anche se sul bordo del precipizio.
Ci sono miliardi di parole che vorrei scambiare ancora con te, ma in definitiva si racchiudono tutte in quel 'ti voglio bene' un po' disperato.
Spero che questi giorni passino in fretta così potrò riviviverli di nuovo (pain is so close to pleasure) insieme con tutti gli altri che devono ancora venire.


2016-08-30 21.25.05

lunedì 29 agosto 2016

In sintesi

Mamma - Potevamo essere sul 6 a 1...

Figlio - Non fare la spalamerda, mamma.

Lo adoro.

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sabato 27 agosto 2016

Dovresti

  • Secondo me nel tuo blog dovresti dire che bliblibli e bliblibla...
  • Anche secondo me dovresti.
  • Che cosa?
  • Farti i casi tuoi.

 Che liberazione.

venerdì 26 agosto 2016

Gli ultimi giorni di agosto

Sono nata in piena estate e dell'estate amo solo l'esserci nata, così come si ama un dato di fatto, per quanto si possa amare un dato di fatto.

Le mie recenti estati sono state - come dire? - problematiche; la scorsa estate poi... un delirio.

In questi giorni vivevo con la consapevolezza che erano gli ultimi giorni di mio padre, ogni risveglio da notti complicate portava con sé la domanda: "Succederà oggi?".

Avevo la costante impressione fisica di avere un robusto elastico che tiravo fino al limite per poi farmi da esso tirare indietro con violenza.

Tiravo tiravo tiravo e poi sbadabam: per terra. Che culate.

Questo fino alla mattina in cui egli divenne un de cuius e mi ritrovai a navigare in un oceano di sentirmi grande e sentirmi piccola contemporaneamente.

Sono ancora in quell'oceano, a chi voglio darla a bere... ma sono diventata molto più disinvolta.

A volte mi capita di cadere in meccanismi verbali/mentali che non riesco a modificare.

Tipo dire a mamma: "Saluta tutti.", mentre lei è sola sola sola.

Tipo essere a Londra e comporre QUEL numero di telefono per dirgli: "Ti ricordi di quella volta in cui ero a Londra e mi sono dimenticata di chiamarti per farti gli auguri di compleanno?"

Tipo fotografare le montagne e pensare: "Quando vado in campagna gli chiedo i nomi di tutte le cime: le conosce a memoria, le ha conquistate tutte."

Cose così.

 Mentre ero in Irlanda ho fatto un sogno.

Ho sognato di essere in bici e di star trainando l'auto guidata da mio padre.

Ci scambiavamo, come eravamo soliti fare quando eravamo entrambi su questa terra, amorevoli epiteti, e anche se ero io a trainarlo - senza alcuna fatica - al tempo stesso era lui a spingermi.

Giunti ad un bivio, la corda che univa la sua auto alla mia bici rimaneva a terra, lui svoltava a sinistra, io proseguivo diritto.

Mi ritrovavo a quel punto in un seminterrato con le pareti bianche e tanta luce, insieme con un'ex collega che mi stava sulle gonadi come poche persone nella mia esistenza.

Ella mi raccontava del suo viaggio futuro e si appropinquava alla scala che conduceva al piano terra. Al termine della scala c'era un muretto da scavalcare con un salto: lei ci riusciva agilmente, il mio primo tentativo invece falliva.

Mentre mi preparavo ad effettuare un nuovo salto, notavo un armadio a due ante sulla mia sinistra: era laccato di verde acqua e dentro c'era qualcuno o qualcosa che cercava disperatamente di uscire.

Capivo che si trattava di una donna, senza sentirne la voce, e mi spaventavo. Mi spaventavo così tanto da mettermi ad urlare: "Aiuto! Aiuto!" e lo facevo anche uscendo dal sogno.

Più tardi, a mente mooolto fredda, ho capito che la donna imprigionata del sogno ero io e che ho un po' di remore a lasciarmi andare in questa esistenza di figlia a metà.

Ciò detto... sto contando i minuti che mi separano dalla gita allo stadio di domenica sera e non so perché. Ormai è diventata davvero una gita, andare allo stadio si è spogliato di tanti significati che mi accompagnano da quando ero bambina. Ci vado per inerzia e per una specie di amore che non so bene spiegare.

È un amore che occhieggia timido fra anfratti di rovine e chi sono io per metterlo a tacere? Nessuno, io non sono proprio nessuno. Anzi, no: sono una creatura ferita, come ferite sono quasi tutte le persone che si affannano intorno a me, che ha ancora voglia di futuro.

Questo mese di agosto, travagliato e difficile come il luglio che l'ha preceduto, va a finire tra poco.

Tra poco inizia il mese di cui amo il nome e in cui sono accadute cose belle e cose brutte: la nascita di mia figlia, la morte di mio padre.

Tra poco inizia il mese in cui arriva l'Autunno e tutto si fa più dolce.

Tra poco finisce Agosto e inizia Zeptember: che sia un mese facile (non lo sarà, ma pazienza).

timeline zeptember

Tra poco inizia Zeptember e arriverà un nuovo disco da cullare fra le braccia (The Complete BBC Sessions, siore e siore, COMPLETE).

Preferisco pensare a futuri belli.

Preferisco futuri belli.

Preferisco.

THE GIRL I LOVE SHE GOT LONG BLACK WAVY HAIR

(sono io: mi amo, LOL)

domenica 21 agosto 2016

Venerdì 19 e sabato 20 agosto: Mar Celtico – Cherbourg – Mantes-La-Jolie – Torino

 Passiamo quasi tutto il giorno in traghetto finché, finalmente, non attracchiamo a Cherbourg.

Ci dirigiamo verso Sud Est e passiamo la notte alla periferia di Mantes-La-Jolie: sarà anche jolie, ma magari verso il centro.

Accidenti, non abbiamo abbastanza tempo per approfondire la questione e ci aspetta ancora tanta strada.

Nel frattempo è il 20 agosto e quindi: buon compleanno, Percy, ti voglio un mondo di bene anche quando mi fai girare le gonadi.

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Il sabato snocciola numerosi autogrill, pioggia in stile diluvio, montagne coperte di nuvole e poi è Tunnel del Frejus e poi Torino e infine casa.

 

In dieci giorni abbiamo percorso circa 4800 chilometri per terra e per mare, senza contare i chilometri fatti a piedi.

Qui finisce la storia del viaggio programmato, poi annullato, infine fatto.

Il viaggio che non si doveva fare e invece... e che invece ci ha portati in Francia, Inghilterra, Galles, Irlanda e infine a casa con scorte di bellezza interiore che si sperano bastare quando ce ne sarà bisogno.

Mi sa che durante questo viaggio ho imparato una volta di più che volere è potere.

Grazie a me, a chi era con me, a chi abbiamo incontrato lungo la strada, a chi ha seguito il nostro viaggio in diretta, alle Isole Britanniche che sono un prolungamento fisico del mio cuore.

Grazie, solo grazie, perché provare gratitudine è una gran bella sensazione e fa credere che possa esserci un futuro.

Giovedì 18 agosto: Lamb’s Head – Sneem – Rosslare – Mar Celtico

 Dobbiamo iniziare a pensare al ritorno: oggi andremo a vedere ancora qualcosa e poi ci dirigeremo verso Rosslare per imbarcarci.

Consultiamo la mappa, il posto più vicino in cui sorseggiare ancora qualche stilla di Irlanda pare essere Lamb's Head. Anche la strada per arrivarvi ci disseta.


Lamb's Head non è facile da raggiungere: si deve percorrere una strada stretta stretta da cui sembra di poter precipitare ad ogni metro guadagnato, ma infine ne vale la pena.


Prima di salire in auto facciamo un sospiro e poi prendiamo la strada per Rosslare, facendo pausa pranzo a Sneem, ripensando alle strade percorso, forse sperando in un futuro viaggio, ma chi sa se potremo farlo.

Bando a ciancie e malinconie: c'è un traghetto che ci aspetta, un traghetto che ci porterà a Cherbourg, un traghetto che significa anche rinunciare a passare di nuovo da Galles e Inghilterra e io - sciocca creatura - mi sento strappare il cuore a dir loro addio perché non so se ci sarà una prossima volta, ma questa è un'altra storia e non è una storia da raccontare qui.

Ciaociao, Irlanda.

Ciaociao, Isole Britanniche tutte.

(continua...)

Mercoledì 17 agosto: Killinick – Inish Beg – Baltimore – Mizen Head – Bantry

Veniamo svegliati dai colori del cielo, quasi fossero suoni e non variazioni cromatiche.


Orbene... siamo in Irlanda, abbiamo pochissimo tempo a disposizione, da che parte andiamo? Andiamo verso Ovest: the West is the best (cit.), no?

Dirigendoci verso Baltimore, facciamo una tappa nella tranquillità di Inish Beg.


Facciamo tappa a Baltimore, come programmato, ne ammiriamo la pace ed i colori e i fiori e le bandiere al vento e poi andiamo in uno dei nostri luoghi del cuore: Mizen Head.

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Baltimore

Mizen Head

Mizen Head.

Luogo del cuore mio.

Luogo del cuore nostro.

Luogo del cuore anche di Marina. Marina che ama l'Irlanda, Marina che mi ascolta, Marina che ha sempre una buona parola per me, Marina che ride per le stesse cose di cui rido io, Marina che è gentile con me nonostante le mie asperità, Marina che mi ha portato in Irlanda prima che ci potessi tornare.

Cullata da pensieri di peace & love, il viaggio riprende e ci accade di cenare ad un tavolo costruito intorno ad un albero e di vedere un tramonto e una luna speciali.


Buonanotte da Bantry.

(continua...)

Martedì 16 agosto: Llanelli - Fishguard - Rosslare - Killinick

Il risveglio ci coglie ancora integri e non desquamati: i muscoli sono ancora un po' indolenziti, Davide si è assestato sul color prosciutto crudo, siamo pronti per fare colazione.

colazione a llanelli

Ci godiamo il momento, chiacchierando fra di noi e con il padrone del B&B, che ha un bisogno quasi spasmodico di parlare della storia dei suoi antenati che, per povertà, si trasferirono prima in Scozia e poi in Galles.

Mi pare di leggere nei suoi occhi azzurrissimi una sorta di nostalgia che gli è stata trasmessa cromosomicamente, ma forse leggo cose che non sono vere, eppure... eppure giunge il momento di salutare anche Llanelli e dirigerci verso il Pembrokeshire Coast National Park.

Lungo il percorso vediamo un'indicazione per Fishguard e facciamo ciaociao con le manine: di lì ci imbarcammo per l'Irlanda nel 1995 e nel 2009.

Ne vediamo un'altra e non diciamo nulla.

Alla terza indicazione per Fishguard scattano azione e reazione.

"Andiamo in Irlanda?"

"Andiamo in Irlanda."

Cose così.

Fishguard (vabbe': Goodwick), biglietti, attesa, imbarco.

Dopo un po' la vediamo.

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Santaddea, eccola lì. Tranquilla, placida e verde.

Verde verde verde.

Ci regala un tramonto di quelli che...


... e una luna che. Punto.

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Buonanotte da Killinick, dunque.

(continua...)

Lunedì 15 agosto: Pembroke - Stackpole Coastal Walk - Green Bridge - Llanelli

 Allora... siamo in Galles e non abbiamo visitato nessun castello? Andiamo di filato a Pembroke!


Ci dirigiamo verso la costa per tentare la Stackpole Coastal Walk ed è meraviglia dovunque si rivolga lo sguardo.


Fa molto caldo, il sole è a picco ma noi - indefessi - non ci lasciamo intimorire dai chilometri da macinare, neppure quando - fessi - sbagliamo strada e inavvertitamente allunghiamo mac 'na frisa il percorso prestabilito (v. mappa).

stackpole noi
In rosso la strada da fare, in azzurro la deviazione da noi inventata.
Morale della favola: i 9,6 km previsti diventano circa 12, comprensivi di camminata
in mezzo ad una mandria di mucche e tori (olé!) nella parte finale del percorso,
costeggiando Deer Park.

Non domi, andiamo a vedere il Green Bridge, dove conosciamo un photoblogger biciclettaro di Cuneo (Fulvio Silvestri, fate un salto sulla sua pagina Facebook) e la Natura ci meraviglia ancora una volta:.


Felici di essere sopravvissuti a tali prove, felici per quanto abbiamo visto, decidiamo di cercare un alloggio per la notte e giungiamo a LLanelli, dove veniamo accolti dal gestore del B&B che ci racconta di avere lontane ascendenze italiane e dell'Italia conserva tutta la gestualità.

Nota a margine: la Stackpole Coastal Walk fa emergere segni inquietanti sulla pelle di Davide che, dalla normale fosforescenza e/o lattiginosità, si avvicina a livello cromatico ad un lampone e/o un'aragosta (mai dimenticare la crema solare, MAI, mannaggia a noi). A me, normalmente color cappuccino, rimane il segno della polsiera sul braccio, a guisa di linea di demarcazione fra due oceani, due mari, due corsi d'acqua, due o tre colori di cui faccio sfoggio con un po' d'orgoglio e un po' di quantosonopirla.

polsiera


Per la serie: quelli che vanno ad abbronzarsi in Galles.

(continua...)

Domenica 14 agosto: Dan-Yr-Ogof - Mumbles - Rhossili Bay - Tenby

Dedichiamo la mattina a visitare le grotte di Dan-Yr-Ogof...



Dan-yr-Ogof

...il pomeriggio a vagabondare fino a Mumbles (un nome, un programma: non siamo rimasti granché impressionati e allora ci siamo rifugiati in un Costa Coffee per far merenda)...


... e poi Rhossili Bay: è stato amore.


Ci fermiamo a Tenby per la notte: non sappiamo ancora che il giorno dopo avremmo realizzato un'impresa.

(continua...)

Sabato 13 agosto: Londra – Rushock – Llandrindod Wells

Ancora non lo so, ma questo si rivelerà essere un giorno molto intenso a livello cardiaco.

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Ci svegliamo presto e ci buttiamo dentro Londra; non dobbiamo fare molta strada: abbiamo dormito tra Pimlico e Victoria. Andiamo alla Tower of London? Ma sì, dai, e poi ovviamente London Bridge e poi 221b Baker Street e di già che ci siamo un salto da "It's Only Rock'N'Roll": magari trovo qualche bella t-shirt (nella fattispecie: due. Dei Led Zeppelin. Ma va là?) e poi Kensington Gardens e poi seconda stella a destra et cetera.

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Hyde Park, cigni, alberi, persone, silenzio, passi, uno dopo l'altro, tanti, un caldo infernale, Londra è proprio bella, ma tanto tanto tanto, andiamo a pranzo, su, e poi recuperiamo l'auto: abbiamo un bel po' di strada per arrivare a Rushock.

"Andiamo a vedere la casa di Jimmy Page."

Lo dico così. Non è una domanda. Non è un'imposizione. Lo dico così. Così e basta.

"Strano che non l'avessi ancora detto..."

"Eh..."

Venti minuti nel traffico ed eccola lì: la Tower House. Una meraviglia architettonica. Ma che cazzo me ne frega dell'architettura: è la casa di Jimmy Page.

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Oh, Jimmy...

Sdilinquimenti vari e poi via verso Nord.

Dopo chilometri di autostrada prendiamo strade che attraversano paesi sempre più piccoli, anche le strade si fanno sempre più piccole, più sinuose, più erte, finché sulla sinistra non si manifesta una chiesetta con annesso cimitero.

Non avrò difficoltà nel trovare quello che cerco: è un fazzoletto di terra di 40 metri per 50.

La vedo da dietro e la riconosco e mi porto le mani alla bocca e mi si mozza il fiato.

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Mi avvicino piano piano, quasi intimorita di poter disturbare, e mi metto davanti per leggere.

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Riposa in pace, Bonzo, e grazie.

Dico "Grazie..." a voce alta, accarezzando la lapide e poi mi avvio verso l'uscita del cimitero.

Appena fuori si apre la campagna, un albero solitario e rinsecchito sembra fare da guardia alla pace.

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Credo che ci vorrà ancora un po' di tempo perché io riesca a descrivere tutto quello che mi è passato per l'anima a Rushock.

Riprendiamo il cammino e dopo un (bel) po' finalmente è Galles.

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Scegliamo di dormire in uno dei tanti luoghi dal nome impronunciabile e ci riposiamo per prepararci alle avventure prossime future: buonanotte da Llandrindod Wells.

(continua...)

Venerdì 12 agosto: Arras - Calais - Dover - Londra

 Sveglia ad alba inoltrata, colazione, si risale in auto e si va in direzione Calais.

Avvicinandoci al porto, sulla destra si apre un'enorme tendopoli e - lo ammetto - faccio finta di nulla: sono una brutta persona. Da qualche giorno ho deciso di sperimentare che cosa significhi occuparmi egoisticamente ed autocentratamente del MIO benessere.

"La biglietteria di P&O Ferries è laggiù: andiamo."

Fatto il biglietto, alle 10:45 si salpa.

Il sole ci accompagna: magari fra poco si vedrà Dover... magari fra poco saprò che sto tornando 'a casa'... magari fra poco... eccola.

Eccola lì.

È una striscia sottile che, poco per volta, si fa spessa, sempre più spessa, racchiusa fra due toni di blu.

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Inconsciamente lo faccio, consciamente me ne rendo conto dopo un po': sto saltellando come una bambina, finalmente spensierata, finalmente libera - almeno per un po' - dai fantasmi che mi tormentano e a cui non posso dare voce.

Attracchiamo, passiamo in dogana, stranamente Giulia non viene sottoposta alla solita prova del 'adesso provo a chiamarti per vedere se sei quella che loro dicono tu sia oppure per capire se sei stata rapita a causa di quel musetto irresistibile', la prova in cui il funzionario la chiama Gaulia e lei mi guarda un po' scocciata. No, questa volta ci danno il benvenuto e sì: siamo in Inghilterra.

Spensierata, dicevo. Sì, sono spensierata e sono in Inghilterra, dove il cielo è più grande, dove piove sempre, dove in realtà si schiatta per il caldo, dove impostiamo il navigatore affinché ci conduca a Rushock.

Non abbiamo fatto i conti con il traffico, però, e veniamo guidati ad attraversare Londra (!) per procedere più celermente.

Londra è sempre Londra: c'è traffico, tanto.

Colti da una frisa di stanchezza ci guardiamo in faccia ed è subito: "Ci fermiamo qui fino a domani?"

Ci fermiamo a Londra, dunque.

Torno a Londra dopo ven-ti-quat-tro anni.

Troviamo alloggio, ci dirigiamo verso Victoria Station, acquisto le Oyster cards - mentre gli altri improvvisano uno spuntino rapido - e ci dirigiamo a Piccadilly. È pomeriggio inoltrato e non ho ancora pranzato.

Da Piccadilly, dove quasi stramazzo per l'incredulità, ci dirigiamo a piedi verso Trafalgar , dove quasi stramazzo per la fame.

"Se non mangio qualcosa entro pochi minuti muoro." Pronuncio solennemente e/o vagamente scazzata e/o con voce flebile (io!), mentre faccio check in continui su Facebook.

Ci dirigiamo verso un Pret-A-Manger in fondo alla piazza e, mentre mi scofano un sandwich, penso: "Adesso mando un messaggio ad Andrea."

Non faccio in tempo a terminare il pensiero che su Messenger si materializza, perentorio, (appunto) Andrea: "Non ho capito se sono check in fake o se sei veramente qui."

Tra fraintendimenti sul meeting point e godimento per la consapevolezza di essere a Londra, incontriamo Andrea: per me lui è un simbolo di coraggio, sono allineata caratterialmente con la sua capacità di chiamare le cose con il proprio nome senza fare troppi giri di parole. Che piacere rivederlo, che piacere rivederlo QUI.

Approfittiamo del nostro incontro per fare una telefonata ad un amico comune e si spandono per l'aere sonori CIAO CIAO mascherati da 'FANCULO: un bel momento comunicativo.

Poi ci congediamo da Andrea e facciamo qualche chilometruccio per andare a salutare il Big Ben e tutte cose.

Costeggiando il Tamigi, vediamo svettare il London Eye.

Toh, guarda: c'è anche la Luna.

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E poi Big Ben, Westminster, St. James's Park, Buckingham, the Mall, di nuovo Trafalgar, "Possiamo cenare?", "Sì, dai, andiamo verso Piccadilly."

Cena, hotel, ho i piedi cimiti, sono a Londra, Londra!, buonanotte.

(continua...)

Giovedì 11 agosto: Torino - Arras

 Il programma è quello di arrivare al massimo fino a Troyes: quasi 700 km in un giorno possono bastare, ma la stanchezza non si palesa e dunque arriviamo ad Arras.

Veniamo sorpresi dalla dolcezza dell'architettura morbida e decisa di Arras e dalla Luna che dà spettacolo e poi è ora di andare a riposarsi un po': domani dobbiamo andare a Calais per prendere il traghetto per Dover.

Evito, per quanto possibile, di pensare al fatto che tra poco - dopo quattro lunghi e sofferti anni - sarò di nuovo in Gran Bretagna.

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Grand'Place, Arras

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Beffroi d'Arras

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La Luna 

(continua...)

Il viaggio che non si doveva fare e invece...

 Marzo 2016

"Dove andiamo quest'estate? In Scozia o in Irlanda?"

"Muoio dalla voglia di andare in Scozia, ma se non vado in Irlanda muoio."

La mia risposta quasi senza senso fa partire la modalità 'traccia-la-mappa' e, stabiliti i percorsi nei miei labirinti mentali, mi metto in modalità 'aspettiamo-ancora-un po''.

Giugno 2016

Nelle notti in cui rimango insonne stilo l'elenco dei luoghi che voglio visitare, inizio a tracciare mappe, calcolo percorsi, prenoto B&B, inizio a sognare.

Luglio 2016

Accade un imprevisto che mette in forse tutti i programmi, già, li mette in forse, col cazzo: li annulla del tutto.

OK.

Bocce ferme.

Cancello tutte le prenotazioni.

Ogni click su "Cancellare la prenotazione" è una stilettata nello stomaco, ma vabbe': ci sono battaglie da condurre, strategie da studiare, altre speranze da coltivare.

Agosto 2016

Un accadimento che terrorizza.

Un accadimento che risolleva.

La bilancia non pende da nessuna parte, però no, dai, non possiamo proprio andare via, vabbe': le Isole Britanniche rimangono dove sono, no? Possiamo andarci in futuro, no? Abbiamo ancora un futuro, no? Tra dubbi e stanchezza quasi mortale (sì, sono ai minimi termini), mi rassegno ad un'altra estate sabauda, sperando che ci siano altre estati da esplorare.

10 agosto 2016, intorno a mezzogiorno

"E se andassimo lo stesso in Galles?"

"In che senso?"

"Nel senso che partiamo."

Rimango senza parole (io!), mi faccio prendere dall'ansia tipica della mia necessità di ipercontrollare e iperpianificare e, ciò nonostante, la sera gli zaini sono pronti: si va.

sabato 20 agosto 2016

Croeso nôl

 Croeso nôl,ovverosia: bentornati, cari.

Prima di abbandonarmi alla verbosità mia solita, alcune foto: una per ogni giorno di questo strano, imprevedibile, imprevisto, breve, intenso viaggio in cui abbiamo fatto le trottole in Francia, Inghilterra, Galles e Irlanda.

Il resto verrà da sè.


Poi ci siamo imbarcati per la Francia, siamo sbarcati a Cherbourg il 19 e poco fa siamo arrivati a casa.

Molto da elaborare.

Molto da ricordare.

Molto da mettere in ordine in testa, nel cuore, nello stomaco, sotto e sopra la pelle.

Croeso, dunque, am byth.

Benvenuti per sempre.

(sospirone)

mercoledì 10 agosto 2016

Cachau bant

Ciao, domani partiamo per il Galles.

Sarà un giro veloce perché abbiamo pochi giorni a disposizione, ma va bene così: tutta vita e cachau bant a tutto il resto.

Sì, cachau bant: non conosco modo migliore per salutare certi momenti (e certe persone…).

Sì, il Galles e la sua bella bandiera:


Cachau bant a tutto il resto, almeno per un po’.

Torniamo per l’inizio del campionato e faremo di tutto per sventolare altre bandiere.

Wela i chi!

* * * * * * * * * * *

Legenda:

Wela i chi! = a presto

Cachau bant = vaffanculo (ops)

Trasferimento blog!

Il blog Pagina Infinita si trasferisce QUI.

Grazie :)