venerdì 19 settembre 2014

Ridono.

Passiamo il primo tempo a litigare: lui non vuole che io sia troppo critica.
Fondamentalmente lui è un realista e contestualmente ha la tendenza innata a trovare qualcosa di positivo in tutto ciò che vede.
Una sorta di contraddizione in termini, ma anche no.
Passiamo il primo tempo a litigare però ogni tanto ci guardiamo negli occhi e ci sorridiamo.

Arriva l'intervallo e chi è lassù mi racconta un po' di sentimenti e sensazioni.
Spero che ci si veda presto perché me le raccontino con la loro viva voce. Dovrebbe succedere domenica sera.

Squilla il telefono.
"Allora? Come stiamo andando?"
Glielo racconto, la voce gli ritorna normale, la voce appoggia a terra il mantello della sofferenza, mi sembra di riconoscerlo, di riconoscerlo di più (non so bene come spiegare).

Inizia il secondo tempo e non litighiamo più: siamo troppo concentrati sul sottile terrore che ci pervade, siamo troppo concentrati sui nostri pensieri, così distanti eppure così comuni.
Favella per manifestare, ancora una volta, la sua incredulità e mi riempie di quella tenerezza che forse manca a tanti e mi dispiace per loro.

Finisce la partita, ci rimangono i dubbi, li vediamo andare verso la prossima alba a braccetto con le emozioni e possiamo cenare in santa pace.

Altri orizzonti.
Né migliori né peggiori.
Altri.
C'è tanto spazio nell'Universo.
Tanto.

-o-o-o-

Ringrazio mio figlio, gli Amici Davide, Beppe, Chris, mia figlia che si è procurata una distorsione alla caviglia giocando a calcio (ma prima aveva segnato) e, last but not least, mio padre per la partecipazione e dedico loro "Boogie With Stu" ("Physical Graffiti", 1975, ovviamente Led Zeppelin): alla fine del brano ridono.