mercoledì 27 agosto 2014

La partita

È lunedì.
È lunedì e devo tornare al lavoro dopo due settimane di... ferie?
È lunedì e devo tornare al lavoro e mentre sono in metropolitana Papà è in sala operatoria.
Le ore passano.

- Ma', ci sono novità?
- Nessuna.

È lunedì e le ore passano beffarde.
È lunedì e la mia immaginifica mente VEDE Papà su un tavolo freddo, tante persone che si affaccendano sopra e dentro di lui, alla ricerca del Mostro che gli è cresciuto dentro, ecco: l'hanno individuato, lo prendono di mira, lo circoscrivono, lo recidono, lo buttano via.
È lunedì e il Mostro muore affinché il mio Papà viva.

- Pronto?
- L'intervento è finito: lo stanno svegliando.

Sul volto mi si spalanca un sorriso che va da qui agli anelli di Saturno.
Telefonate di rito alle persone più vicine.
E poi le lacrime.
No, non sto piangendo: sto lacrimando.
Sto lacrimando e non riesco a fermarmi.
Maledetto/benedetto autocontrollo.
Il cellulare suona ancora: è Mamma.

- L'hanno portato in camera, è sveglio e dice già le parolacce.

Si muore e si rinasce migliaia di volte all'interno di una vita.
Io rinasco lunedì quando mio Papà dice le parolacce dopo un intervento durato sei ore.

E poi è martedì.

- Arrivo tra un'ora, ma'.
- Come vuoi... sta benone, per cui se preferisci riposarti a casa...
- No. Io voglio venire lì per stare con Papà.

È martedì e sono in ospedale con il mio Papà.
È martedì e sono felice di essere in un reparto oncologico.
La felicità sgorga un po' dove ha voglia di sgorgare, in definitiva.
È martedì e mi racconta.

Mi racconta del degente gobbo che è stato dimesso da due giorni e quando se ne è andato sono state lacrime perché lì, in un reparto oncologico, è più facile volersi bene: le sovrastrutture vengono a mancare e c'è spazio per i sentimenti.
I sentimenti base.
I sentimenti tipo vogliobene/nonvogliobene.
E con il Gobbo ci si è voluti bene.
Il Gobbo se ne va e son lacrime ed auguri e un possibile futuro.
In un reparto oncologico si ha quasi paura di pensare al futuro, ma lo si pensa: magari l'Universo si mette in ascolto, dai...

Mi racconta della Bandiera, della Bandiera che ha danzato per la camera.
- In che senso, Papà?
Gli faccio questa domanda e mi viene un po' da lacrimare, ma mi trattengo.
Gli avevo portato la Bandiera del Toro durante il ricovero di giugno: a quanto pare se l'è portata dietro in tutti i ricoveri degli ultimi due mesi.
Grazie, Papà, grazie per avermi insegnato il Toro, grazie per essere graniticamente granatico sempre, anche quando si fa buio.
- Eh, gioia... anche il chirurgo che mi ha operato è dei nostri e questa mattina ha fatto danzare la Bandiera per la camera!
Non approfondisco, mi beo solo della bella e PURA emozione che ricevo da qualcosa che non ho visto ma riesco a sentire fino nel midollo.

Mi racconta un po' di cose e poi si mette le cuffiette nelle orecchie: "Adesso ascolto un po' di musica."
"Che cosa ascolti, Pa'?"
"Chet Baker."

Si esclude dal mondo, così come faccio tanto frequentemente io, e rimango a guardarlo mentre con la mano destra marca dolcemente il ritmo di quella musica.

Lo guardo e lo amo come sempre.
Non lo amo di più: lo amo come sempre.
Lo amo costantemente.
E amo anche quel che di me vedo in lui.
E provo gratitudine mista a non lo so, ma so che sono felice.

La strada è ancora lunga ma:
- il Mostro non è più dentro di lui
- lui è un guerriero
- io sono sua figlia
- combatteremo insieme

Come dice la Stefi: "C'è qualcosa in tuo padre che mi muove nel profondo, una radice, un senso familiare di appartenenza da sempre, un legame d'affetto inossidabile. Eterno. Quando penso a lui mi sento a casa. E lo sento roba mia."

È proprio così.

C'è una marea di belle anime che sta facendo il tifo per te, Papà... no, non promettermi niente, non promettermi nulla che non sai di poter mantenere... ma renditi conto di quanto sei bello e di quanto la tua bellezza abbia unito decine di persone a tenermi per mano (GRATITUDINE ETERNA) e a pensarti, a pensarti qui, fra noi e con noi.

Pensiamo alla prossima partita, Papà... no, non quella contro l'RNK... cioé, sì: anche a quella... sì, Papà, vado con Davide, figurati se ne perdiamo una... no, la prossima partita, Papà.

Faremo di tutto per vincerla.
Di tutto.
Con Amore,
la tua Principessa

-o-o-o-

Almost Blue - Chet Baker