lunedì 31 marzo 2014

Presenza

È quello che ho faticato maggiormente a comprendere: ne percepivo chiaramente la grandezza e percepivo, contestualmente, di essere troppo piccola perché mi arrivasse dritto nell'anima.
Stava lì, insieme con gli altri vinili, e ogni tanto provavo a metterlo sul piatto e ad abbassare la puntina sui solchi... niente da fare: era una sorta di Mistero.
Altro che mistero... era proprio quel che diceva di essere: una PRESENZA.
Una presenza così poderosa da lanciare un richiamo preciso anche rimanendo nella sua bella copertina.
Poi sono diventata grande/vecchia/antica e me ne sono innamorata.
Non è un amore travolgente, che mozza il fiato, lacerante, ma piuttosto un amore britannicamente contenuto, molto privato, assolutamente totale.
Mi ricordo che un pomeriggio, era una domenica di pausa dal campionato, mi misi ad ascoltare "Achilles Last Stand" in loop.
Giunta al settimo ascolto consecutivo, quando ormai le lacrime mi obnubilavano totalmente la vista, telefonai ad un Amico per dirgli che - finalmente - la PRESENZA si era materializzata in me e si era resa comprensibile.
Non importa, dunque, quando l'amore giunge, importa che giunga e che gli si dia la possibilità per farlo.

PRESENCE venne pubblicato il 31 marzo 1976, era un mercoledì.

Le sue tracce:

Lato A: Achilles Last Stand / For Your Life / Royal Orleans

Lato B: Nobody's Fault but Mine / Candy Store Rock / Hots on for Nowhere / Tea for One

Tre brani su tutti: Achilles Last Stand (il più difficile da comprendere, è talmente bello da far male), Nobody's Fault but Mine (di cui ho alcune versioni live da far accapponare la pelle dal godimento), Tea for One (ideale prosecuzione di Since I've Been Loving You, ideale per i giorni in cui il silenzio della solitudine diventa martello sull'anima, ideale punto e basta).

Felice 38° anniversario e, ancora una volta, GRAZIE.



For Your Life

For Your Life è stata eseguita
un'unica volta dal vivo 
in occasione del concerto
del 10 dicembre 2007
presso la O2 Arena di Londra.






sabato 29 marzo 2014

Quelli che scoprono il giuoco del calcio all'improvviso

L'altra sera contro la Roma: che doccia fredda.
E anche: che palle.

Dopo, MOLTO dopo, ho trovato una minima - davvero piccola - consolazione nel riguardare le foto di gatta Kida che, dopo quasi cinque anni di militanza presso il mio Clan, ha scoperto il televisore.

 

 

 

 

Boh.

Non voglio dar spazio alla rabbia, non voglio dar spazio alla tristezza, non voglio dar spazio alla consapevolezza.

No, niente spazio per nessuno, non dopo aver visto la roba pazzesca fatta da Immobile (una roba da Toro, secondo i MIEI personali parametri granata).

Niente spazio se non per gatta Kida che ha scoperto il giuoco del pallone all'improvviso e si è entusiasmata.

Anche io mi entusiasmo ogni volta in cui inizia una partita del Toro e poi... vabbe'.

Al prossimo entusiasmo, via...

venerdì 28 marzo 2014

Il mio preferito

Non è il migliore, ma è il mio preferito, senza se e senza ma.

Oggi compie quarantuno anni.

Si chiama HOUSES OF THE HOLY, è venuto al mondo il 28 marzo 1973, era un mercoledì, e queste sono le sue tracce:

LATO A
The Song Remains the Same / The Rain Song / Over the Hills and Far Away / The Crunge

LATO B
Dancing Days / D'yer Mak'er / No Quarter / The Ocean

La copertina esterna:









La copertina interna:










La foto sulla copertina esterna è stata realizzata a Giant's Causeway, Irlanda del Nord.
Ci sono stata cinque anni fa, il nove agosto, poco prima dell'ora del tea.
Mi guardavo intorno e dicevo sottovoce: "Non ci credo..."
Tra un "Non ci credo..." e l'altro tiravo fuori dallo zaino la bandiera del Toro e, incredula, stavo lì: dentro alla copertina di HOUSES OF THE HOLY, stringendo fra le mani la bandiera GRANATA, insieme con i miei FIGLI.
Tanta roba, veramente tanta roba.

Foto scattata da mio figlio :-)
Buon compleanno, Houses of the Holy, scrigno prezioso di quella che è e sarà per sempre ciò che è più concorde con le vibrazioni della mia anima: The Rain Song





domenica 23 marzo 2014

Treni e gramigna

Ci sono settimane più impegnative di altre.
Ci sono settimane in cui i parametri vanno azzerati.
Ci sono settimane in cui inaspettatamente si viene investiti da un treno sbucato da chissà dove.
Ci sono settimane in cui quel treno ci tiene a ribadire il concetto e allora ritorna sulla carne testé maciullata per tritarla più finemente.
E poi si riparte, spinti dall'intima certezza di essere gramigna e la gramigna, si sa, tende a non schiattare: è parte della sua natura.
Dunque mi sono scrollata dalle spalle il peso di treni, parametri, impegni e ora, sì: ora, provo ad elencare i momenti più significativi, granaticamente parlando, non necessariamente in ordine cronologico.

- Ciccio, mi dispiace...
- Perché? Non è mica colpa tua!
- Me ne rendo conto, ma... mi dispiace lo stesso.
- Ma no, dai... vinciamo la prossima, vedrai.
(mio figlio ed io uscendo dallo stadio dopo Toro-Napoli)

- E io?
- E tu che cosa, Tata?
- Uffa... la partita di sabato: voglio venire anche io!
- Sei sicura?
- Certo!
- E sia.
- Evvaiiiii!
(mia figlia ed io due giorni dopo Toro-Napoli)

- Mamma, sai come facevo a riconoscere Immobile durante il primo tempo? Era quello con la maglia più sudata.
(mia figlia uscendo dallo stadio dopo Toro-Livorno. Stavo per dirle: "Non potevi guardare il numero sulla maglia?", ma poi ho compreso che la sua visione era più sottile della mia. Lei aveva guardato il granata farsi più granata e i numeri e il colore dei capelli non avevano una grande importanza)

- Ma la smetti di piangere?
- Eh...
(un Amico e sempre la sottoscritta che, dopo il terzo goal di Immobile, perdeva l'abituale - hahahahaha! - aplomb britannico e permetteva al proprio volto di storcersi in una smorfia che conteneva tutte le lacrime che non erano state versate mentre il treno di cui sopra la maciullava allegramente... benedetta sia, dunque, la mia natura di gramigna)

Parole parole parole.
Parole senza senso per chiunque tranne me.
E allora perché rendo partecipi gli altri di qualcosa senza spiegare di che cosa li sto rendendo partecipi?
Boh, forse perché gli Amici, come ho detto altrove qualche giorno fa, sono quelli che leggono fra le righe senza tralasciare di leggere le righe stesse.
E forza Toro, tra l'altro.




Ha proprio ragione la Stefi: di Cerci ti puoi innamorare con la testa, di Immobile ti innamori con la pancia.
Evviva l'Ammmore.
L'Ammmore vince tutto e ricostruisce dalle macerie: che bello vivere...


mercoledì 5 marzo 2014

Quattro gatti? No, cinque. O forse di più.

C'erano una volta mio Nonno e mia Nonna e poi mio Nonno non c'era più.
Dopo un po' era arrivata una gattina a tenere un po' di compagnia alla Nonna e quella gattina si chiamava Micia.
A due giorni dall'arrivo di Micia, qualcuno aveva pensato bene di sbarazzarsi di un cucciolo di gatto buttandolo nel cortile della Nonna ed era stato così che Nonna si ritrovò con due gattine: Micia e L'Altra.
"Nonna, sei sicura di volerle chiamare così?"
"Certo! Senti qui: Micia! L'Altra! Suonano bene insieme!"
Micia e L'Altra era cresciute come sorelle ed erano rimaste incinta nello stesso periodo.
La prima a partorire fu Micia, che ci regalò un maschietto (Spock) e una femminuccia (Beverly): era il 12 aprile 1995.
Due giorni dopo toccò a L'Altra donarci due femminucce (Worf e Deanna) e tre maschietti (Geordi, Jean-Luc e Jimmy): era il 14 aprile 1995.
Finito lo svezzamento, chiesi a Nonna di regalarmene due: la scelta cadde su Spock e Worf (sì, era una femmina, ma aveva un carattere talmente da Klingon che...).
Li portai a casa mettendoli nel cestino attaccato al manubrio della bicicletta.
Passò altro tempo.
Spock e Worf crebbero insieme ed insieme fusero le loro cellule fino a che...
"Ma', io credo che Worf sia incinta."
"Com'è possibile? Le stiamo dando la pillola..."
"Uhm, sarà... secondo me, comunque è incinta, guarda le mammelle: sono arrossate... la porterò dal veterinario."
Dei tre veterinari da cui portai Worf, uno solo mi diede ragione ma propose una scelta che mi fece accapponare la pelle e fuggire fuggire fuggire.
Gli altri due... vabbe', lasciamo stare (oh be', uno le fece anche una radiografia e tentò di far passare come viscere spinte verso l'alto dai gas intestinali uno dei feti... perché Worf era davvero incinta e i feti erano... lo dico dopo).
Non tutti sono tagliati per fare il lavoro che fanno, mettiamola così.
Passarono le settimane.
Andai a passare il fine settimana in Toscana con il fidanzato milanista (ora marito, sempre milanista) e gli amici.
Al ritorno il Milan vinceva lo Scudetto con due giornate d'anticipo e il Toro, vincente contro la Cremonese, retrocedeva matematicamente in serie B: era il 28 aprile 1996.
Arrivavo a casa e mi si parava innanzi un'immagine assurda, quasi natalizia: mia madre e mio padre ai lati di uno scatolone, come il bue e l'asinello di un presepe vivente e fuori stagione.
"Che cosa c'è lì dentro?"
"Vieni a vedere..."
Nello scatolone c'era Spock che 'abbracciava' Worf alle cui mammelle erano attaccati... tre micini.
Tre piccolissimi micini.
Che regalo... che regalo infinito in un giorno così... strano.
Tre micini.
Due maschietti e una femminuccia: Pascià (detto Gnà), Lamonino (detto Cico) e Pastina (Pastina e basta, Pastina per tutti).
Passarono gli anni.
Il primo ad andarsene fu Spock: attraversò la strada senza fare attenzione.
La seconda ad andarsene fu Pastina: stesso destino del padre.
Il terzo ad andarsene fu Pascià: una polpetta avvelenata (la Dea stramaledica il/i bastardo/i).
La quarta ad andarsene fu Worf: era davvero vecchia, aveva quasi diciotto anni.
Il quinto ad andarsene è stato Lamonino: stesso destino della madre.
Se n'è andato qualche giorno fa, ma mamma me lo ha detto solo oggi.
E ora sto qui a rimbambirmi della tenerezza dei ricordi e un po' mi sembra di essere derubata di... di una parte di mia Nonna, mia Nonna che era un po' rinata quando si era ritrovata Micia e L'Altra a cui voler bene, nella sua solitudine di essere rimasta senza il Nonno.
Così.
Ciao, Lamonino, salutami gli altri.



Se l'Aldilà esiste, sicuramente è molto affollato... e la musica che si sente è questa:




'sta storia della Morte... be', non mi andrà mai giù, MAI.