Sul pianerottolo.
Usciamo di casa in contemporanea il Professore ed io.
Ci guardiamo.
Sono la prima a favellare.
- Buongiorno, Professore! Stia zitto, eh?
- Buongiorno! Grazie per l'altra sera!
- Prego, si figuri, ma... per cosa?
- Lei lo sa, io non guardo mai le partite del Toro: mi vengono le palpitazioni. Sono andato a letto e, ad un certo punto, è entrata mia moglie in camera e mi ha detto: "Ti porto buone notizie: ha segnato Immobile! La vicina sta ancora gridando per tutta la casa!"
- Ossantaddea... mi scusi, Professore... non riesco proprio a trattenermi quando si tratta del Toro [arrossisco]
- Ma no! Ma no! Ormai il codice è chiaro: se lei urla "Ma cazzo!" vuol dire che hanno segnato gli altri, altrimenti... altrimenti sorrido e agito un pugno verso l'alto.
- Però sappia che domani pomeriggio non potrà contare su di me...
- Va a Venaria?
- Ma per carità! No, no, vado a vederla fuori casa, con qualche centinaio di altri innamorati.
- Mi mancherà.
- Anche lei.
- Forza Toro.
- Sempre.
Ci guardiamo di nuovo e ci diciamo molto altro, molto di più.
Lui non è il Professore, io non sono una vecchia carampana: siamo solo due innamorati di quel colore, di quel colore là, del colore più bello del mondo e - silenziosamente - ci avviamo ognuno per la propria strada sperando che il prossimo incontro ci veda increduli e orgogliosi.
N.B. Orgogliosi lo saremo comunque. Preghiamo per l'incredulità: amen.