giovedì 9 gennaio 2014

Oh, Jimmy!

Buon compleanno numero settanta, Jimmy.
Una volta hai detto: "La tecnica non importa, io mi occupo di emozioni."


Ping!
"Oh, finalmente lo stordito è online."
LaSilvia scrive - Ciao, tonto, come la va?
Sagliets scrive - Balissibo.
LaSilvia scrive - Uh, hai rotto la tastiera?
Sagliets scrive - Do, zodo ravvreddado.
LaSilvia scrive - Ah, capito. Però puoi scrivere normalmente, mica hai bisogno di farlo come parli.
Sagliets scrive - Hai ragione: mi ero distratto.
LaSilvia scrive - Ti va di fare un salto qui in riva al fiume questa sera?
Sagliets scrive - Quasi quasi... mi prepari qualche rimedio per 'sto raffreddore che mi tormenta?
LaSilvia scrive - Certo che sì, piaga! Mi è giusto arrivato un olio di eucalipto che fa al caso tuo. Ti aspetto verso le 20:09, va bene?
Sagliets scrive -  Ma sì, arrivo per le otto, le otto e un quarto...
LaSilvia scrive - No, alle venti e nove minuti, ciccio. Né prima né dopo.
Sagliets scrive - Ca§aca**i.
LaSilvia scrive - Mi hanno chiamata anche con nomi peggiori e non ho fatto un plissé. Ti aspetto: porta una bottiglia di vino rosso, va': renditi utile all'umanità. [chiude la comunicazione]

20:09
Suona il campanello, vado ad aprire la porta: è Sagliets.
Sagliets che mi guarda con gli occhi pieni d'odio, poi il volto gli si contorce, la gabbia toracica gli si espande, io capisco che cosa sta per accadere e, rapida come un ninja, afferro l'ombrello appoggiato allo stipite e... e meno male che ho 'sto ombrello che mi gira per casa perché lo starnuto prodotto da Sagliets avrebbe potuto avere lugubri conseguenze.
"Salute, ciccio!"
"Salute 'sto biiiiiiiiiiiiiiiiip! Zto balissibo."
"Che piattola... vieni, siediti sul divano, mettiti la coperta sulle gambe; ora ti preparo una tisana e poi ti faccio vedere una cosa."
Si trascina pesantemente, si lascia cadere a peso morto sul divano, smoccola un po', io vado in cucina.
Torno dopo qualche minuto con una mug fumante: si è addormentato.
Dorme e... parla nel sonno.
"Dammi la pistola! Dammi la pistola! Più maggiorana, meno Meggiorini! Ventura, Ventura, minchia, che paura! No. No no. No no no. Non vengo allo stadio. No!"
Vaneggia e lo ascolto cercando di non lasciarmi sfuggire alcuna risata, sarebbe uno spreco non ascoltarlo: riesce ad essere creativo anche nel sonno.
"No! Non è giusto! Non ne avevate il diritto! Non dovevate farlo!"
Azzardo una domanda, magari il suo subconscio risponderà: "Che cosa non dovevano fare?"
"Mi hanno rubato il Toro..." Sospira.
Mi si stringe il cuore.
"Mi hanno rubato il Toro e non so se riuscirò a ritrovarlo..." Porta le mani sul petto, sembra disperato, È disperato. Devo fare qualcosa. Provo a destarlo.
"Mauretti... Mauretti..."
"Ladri! Ladri bastardi!" Urla mentre una lacrima gli solca una guancia.
"Mauretti... hey..."
"Dove... cosa... chi..."
"Stai tranquillo, Mauretti, respira: ti sei addormentato e hai fatto un brutto sogno. Vuoi la tua tisana?"
"Grazie. Zio cane, ho sognato un Mostro... no, ho sognato che... 'sto raffreddore mi fa lacrimare gli occhi, guarda che roba..." Dice asciugandosi rapidamente la guancia.
Decido di non raccontargli quello che so, non ancora.
"Mauretti, calmizia, dai... calmizia. Senti... ti ricordi di quella volta in cui eravamo in quella specie di castello che, per me, si era rivelato essere una capanna di paglia?" [N.B. Un tempo Sagliets ed io lavoravamo insieme; poi ho preso un'altra strada: succede]
"Uhm, sì. Ma quale volta, in specifico?"
"Quella volta in cui ero entrata e ti avevo trovato alle prese con una chitarra elettrica ed un archetto da violino." [N.B. Questa volta qui: clicka, grazie]
"Uh, sì... che faticaccia... e tutto per quella tua passioncella per Jimmy Page..."
"Passioncella? Sì, proprio passioncella. Un po' come quella che ho per il Toro."
"Silvietta, posso farti una domanda?"
"Of course."
"Ormai credo di conoscerti piuttosto bene... ma c'è qualcosa di te che mi sfugge. Una volta mi hai raccontato i motivi per cui rimanesti lontana dallo stadio e, in un certo senso, anche dal Toro per un tempo piuttosto lungo... e non ho faticato a comprendere la tua 'fuga'... è come se tu avessi tenuto il Toro 'in caldo' dentro di te per lasciarlo libero di fluire, no?"
"Direi proprio di sì... e quindi?"
"E quindi... e quindi mi sono risposto da solo... la tua passioncella ti accompagna da... trent'anni?"
"Trentasei. In cui ci sono stati anni di assenza totale. Troppe emozioni, troppe. Non sapevo come gestirle."
"Ma poi hai imparato... ti ammiro."
"C'è poco da ammirare, Sagliets... l'amore non si ammira, lo si cerca, semplicemente lo si cerca... e qualche volta lo si trova."
"E se te lo portano via?"
"Vai di nuovo a cercarlo, sic et simpliciter. Oppure ti guardi dentro e scopri che è sempre stato lì."
"Come se fosse facile..."
"Non ho detto che sia facile... però ti garantisco che è semplice: ti fidi di me?"
"Sì."
"Allora chiudi gli occhi."
Mi alzo, imbraccio la mia nuova creatura, una chitarra elettrica senza pretese e di buon cuore, inserisco il jack nell'ampli: "Apri gli occhi, Mauretti..."
"Allora l'hai presa... sono tanto felice per te! Mi fai sentire qualcosa?"
"Ti faccio sentire un accordo, uno solo, senti qui..."
È un MI maggiore.
Il MI maggiore sta bene con tutto: con il LA minore, con il DO maggiore, con il RE comunque venga espresso.
È il primo accordo che ho suonato su Yule, la mia chitarra elettrica, la mia nuova creatura, e mi emoziona, mi emoziona tanto.
Così tanto da non riuscire a limitarmi ad esso ed allora è RE maggiore, LA maggiore, di nuovo RE maggiore, ancora MI maggiore e poi LA settima e infine SI settima, per tornare di nuovo a quel benedetto MI maggiore.
"Questa si chiama 'Communication Breakdown', Sagliets... è semplice: MI, RE, LA, RE, MI, RE, LA, RE, LA7, SI7... è così semplice da far venire le lacrime agli occhi. Non è facile, però è semplice.
"Interessante. Ci rifletterò sopra. Hic!"
"Hic?"
"E che ne so... hic! Mi è venuto il singhiozzo, hic!"
"Santaddea, pure il singhiozzo..."
"Fai qualcosa, ti prego! Hic!"
"OK... one, two, three!"
Alzo il volume fino a rischiare l'esplosione dell'ampli e provo ad occuparmi di emozioni: sulla tecnica ci devo lavorare ancora un (bel) po'.
Intanto a Sagliets è passato il singhiozzo e forse sta pensando a come cercare il Toro che si è nascosto dentro di lui. Anche se i suoi incubi gli dicono di essere stato derubato, chi lo sa... le emozioni non gliele può rubare nessuno.
Gliele possono addormentare, ammazzare, sbiadire, ma rubare no, che lui ci creda o meno.


Una volta hai anche detto: "Posso non credere in me stesso, ma credo in quello che faccio", Mister/Master Page.


Buon compleanno, Jimmy, buon compleanno numero settanta e GRAZIE.



Oh, Jimmy!