domenica 5 gennaio 2014

La noia? Non pervenuta.

Domenica 22 dicembre 2013, intorno all’ora di pranzo

"Muovetevi, gagni! Tra poco passano a prenderci Sabry e Samu! Hey, tu!"
"Chi? Io?" Risponde il gagno.
"Sì, proprio tu: hai i biglietti?" Gli dico guardandolo arcigna.
"Ma, mamma… abbiamo l’abbonamento…" Mi risponde sorridendo.
"Bravo! Risposta esatta! E tu?" Mi rivolgo alla gagna.
"Ma, mamma… mi hai detto di averlo stampato in quattro copie da TicketOne…" Anche lei sorride e poi aggiunge: "Comunque l’anno prossimo vorrei l’abbonamento anche io: non mi sembra giusto che voi facciate comunella senza di me!"
Le rispondo che non facciamo affatto comunella, che semmai andiamo al Comunale, mi guarda stralunata, il gagno ridacchia, Dea: che meraviglia che ‘ste due creature facciano parte della mia vita, che meraviglia che 'sti due gagni siano del Toro e anche se non fossero del Toro sarebbero sempre il mio capolavoro assoluto… mi perdo nei miei pensieri, lo squillo del cellulare mi riporta sul pianeta Terra: "Andiamo, gagni: sono arrivati Sabry e Samu."


Domenica 22 dicembre 2013, quasi alla fine di Toro-Chievo

"Mamma, ti devo dire una cosa…"
"Che cosa, Giulia?"
"Non ho visto il primo goal."
"Perché?"
"Perché mi ero addormentata."
"Urca e…"
"… e non ho visto neppure il secondo goal."
"Eh? E perché?"
"Perché mi ero distratta."
Il Toro segna per la terza volta. Urla, abbracci, funiculì-funiculà.
"Questo l’hai visto, però! Dai! Hai visto che roba? Che roba!"
"Sìììììììììììììììììììììììì!"
Idem con patate per il quarto goal e poi i saluti, gli auguri, i ci vediamo l’anno prossimo.
Cala il sole dietro le nubi, regalandoci l’ennesimo tramonto spettacolare, scendono le tenebre, ci avviamo verso casa.
"Sabry, Samu… andiamo a mangiarci una pizza? Passiamo un momento da casa e poi andiamo…"
Saliamo in casa: il marito è a letto con la febbre alta. Trema. È pallido. "Boh, avrà preso l’influenza…", non mi preoccupo più di tanto.


Lunedì 23 dicembre 2013, al ritorno dall'ufficio

"Allora... hai ancora la febbre?"
"Sì, quasi 39... e mi fa male la gamba: è tutta gonfia..."
"Fammi vedere."
Quello che vedo mi lascia senza parole: gli sta capitando qualcosa che non sono in grado né di riconoscere né di contrastare.
"Vai al Pronto Soccorso. Immediatamente. Subito!"
Si veste e, zoppicando, esce di casa.
Raccolgo tutte le forze per dissimulare la preoccupazione, per non intaccare il mondo felice dei miei figli, preparo la cena, suono un po' la chitarra, studio un po' di magia, faccio le solite cose che faccio la sera.
Trilla il cellulare, sia benedetto 'sto strumento diabolico di quando in quando: "Mi hanno ficcato in una stanzetta e mi hanno attaccato ad una flebo di antibiotico e cortisone, due dottori stanno parlando del Toro." Mi scrive.
"Sei in buone mani, dunque. Ogni tanto infila un Cerciquicercilà decontestualizzato." Classico. Classico trattandosi di me. Classico fare la buffona per non lasciar trasparire la preoccupazione.
Due ore dopo torna a casa con un bel plico di fogli e il volto afflitto dal male e dal eorachecosasuccede.
"Devo tornare domani mattina per fare un'ecodoppler."
Prendo fiato, raddrizzo la schiena: "OK, adesso vieni a coricarti."
Fredda.
Divento fredda come un iceberg.
Ci sono situazioni in cui divento fredda come un iceberg.
Boh, forse è la MIA forma di autodifesa, forse è l'unico modo in cui riesco a mantenere integra la razionalità.


Martedì 24 dicembre 2013, tarda mattinata

L'ecodoppler è andata bene, ma ci sono cure da fare, cure lunghe e noiose e speriamo nella Dea.


Natale, Santo Stefano, venerdì 27 dicembre 2013

"Che cosa ne dici se andiamo a farti vedere da quel dottore là? Me ne hanno parlato bene."
"OK."
"Magari riesce a vederti subito."
Lo chiamo, ci aspetta tra un'ora.
Visita accurata, domande, risposte, aggiustamento della terapia. Il dottore ascolta le mie domande e non si tira indietro nel rispondermi. Soprattutto non nasconde che sarà una cosa lunga.
"E che cosa vuole che sia, dottore? Io sono del Toro: le lunghe attese non mi spaventano... quanto a lui... lui è del Toro in pectore: un bravo guerriero..."
Devo sempre sempre sempre fare la buffona per contrastare eventuali onde che possano sommergermi.
Devo sempre tirare fuori il Toro per spiegare chi sono e chi non sono.


Domenica 29 dicembre 2013

Cena con alcuni Amici o Fratelli o entrambi, non lo so: so che siamo in sei e siamo in armonia.
Ho bisogno di staccare per qualche ora dalla routine 'infermieristica' del "prendi il farmaco A, vai a farti fare l'iniezione B, prendi due pastiglie di C, fatti rifare la medicazione"... c'è un trionfo di compresse, capsule, fiale, siringhe, bende, garze, che scandisce le nostre ore, c'è il dolore, il dolore fisico, c'è la buffona, la buffona che tenta - e ci riesce! - di farlo sorridere.
"Sarà una cosa lunga", ha detto il dottore.
"Devo staccare per un momento," ho pensato (ma che egoista...) e allora esco, esco con alcuni Amici o Fratelli o entrambi, non lo so: so che siamo in sei e siamo in armonia.
Parliamo soprattutto (o forse solo) di Toro e lo facciamo con le diverse sfaccettature di cui è composto l'essere del Toro: l'entusiasmo, la nostalgia, la rabbia, la memoria, varie ed eventuali
Ognuno parla del suo Toro e, anche se non ci si riconosce al 100% in tutto ciò che viene detto, è armonia.
È Luce e Ombra, è un Universo piccolo - siamo solo in sei, che diamine - eppure è così grande da contenere tutti i nostri vissuti e tutto ciò che deve ancora arrivare.
Mi è facile addormentarmi, quando torno a casa, e ancora una volta sono grata per esser Granata.


Martedì 31 dicembre 2013

Visita di controllo.
"Uhm... deve andare subito in ospedale per un approfondimento." Dice il dottore.
Che strana conclusione d'anno.
Andiamo in ospedale, aspettiamo, finalmente il primario riesce a visitarlo, la terapia viene nuovamente modificata, la nuova terapia è una bomba, che cazzo di conclusione d'anno.
La sera ceniamo noi quattro insieme, facciamo cinque: non voglio lasciare la gatta fuori dal Clan, poi Giulia va a dormire, anche il coniuge si materassa (è esausto), rimaniamo svegli Davide, io e i miei pensieri.
Scocca la mezzanotte ed è

MMXIV

Mercoledì 1° gennaio 2014

Davide ed io ci abbracciamo un po' come facciamo allo stadio, poi ci dirigiamo in punta di piedi verso i dormienti, lanciamo due baci volanti e un augurio. Poco dopo anche lui va a dormire, io rimango davanti al PC, chiedo mentalmente ad iTunes di consolarmi un po' e lui mi consola: "Dazed and Confused" (decisamente appropriata), versione del 27 marzo 1975, The Forum di Inglewood, California, poco più di 45 minuti (sì: quarantacinque) di Assoluto.
E poi viene sonno anche a me: ma sì, dai... vai a dormire anche tu, Silvietta.


Poi

I giorni si snocciolano rapidamente fra lievi miglioramenti e momenti di scoramento ed è quasi di nuovo ora di Toro.
Al prossimo che mi chiede come sono andate le vacanze invernali riserverò un sorriso: ho solo voglia di cose belle e di serenità.
Vedano di non fare gli stupidi a Parma domani.


N.B. Sì, sarà una cosa lunga, complessa, dolorosa e faticosa, ma finirà bene. Soprattutto FINIRÀ. Intanto continuo a fare ciò che so fare meglio: ridere, far ridere, tifare Toro, produrre incantesimi e ascoltare tanta musica. E Pace sia per chi la Pace vuole.