domenica 17 novembre 2013

Viva le differenze

"Sa', adesso lo chiamo."
Suona.
Suona.
Suona.
Finalmente si decide a rispondere.
"Ciao, Megera, che cosa vuoi?"
"Vieni qui. Tre, due, uno."
Click.
Mentre aspetto il suo arrivo, mi dedico alle mie chitarre. Accordatura standard per Eleida (la classica), in Re aperto per Nuit (l'acustica).
Sgranchisco un po' le dita e lascio che si muovano da sole sulle corde: non ho bisogno di pensare quando suono, tutto quel che devo fare è... suonare.
DA-DANG-DA-DA-DANG.
"Dev'essere Sagliets... vado ad aprire..."
Appoggio Eleida sul divano, mi avvicino all'ingresso, apro la porta.
"Ciao, Sagliets, qual buon vento ti porta qui?"
"Testa d'incudine... mi hai chiamato, mi hai detto di venire qui e poi hai messo giù... che cosa avrei dovuto fare?"
"E tu fai tutto quello che ti dico? Allora, ascolta: vedi quei vetri laggiù? Avrebbero bisogno di una pulita. Nello sgabuzzino trovi tutto l'occorrente. Grazie, Amico! Io intanto vado a raccogliere un po' di erbe. Ci vediamo dopo!"
Rimane a guardarmi basito mentre indosso il mantello e mi dirigo verso la porta.
"Ou!" Grida.
Non so se dirgli ORA che sto scherzando... glielo dico dopo, dai...
"Sì, ciccio?" Rispondo voltandomi per guardarlo in faccia.
"Ciccio 'sta fava! Ma che cazzo! Non hai rispetto per nessuno! È proprio vero che sei una stronza! Ma guarda te se devo sottostare ai tuoi capricci! Bla bla bla! E ri bla bla! E bla!"
È un torrente in piena: che spettacolo la forza della Natura.
"Sagliets..."
"Che cosa vuoi ancora? Me ne vado!"
"OK. Prima di andartene, però, dai un'occhiata allo scaffale alla tua sinistra, per favore..."
Nonostante sia incazzato abbbestia, si volta.
Dapprima non comprende, poi capisce.
"Silvietta... ma..." Dice sorridendo, gli occhi un po' umidi di lacrime.
"Hai visto? Sono stati i primi libri a cui ho dato un luogo quando mi sono trasferita qui in riva al fiume."
"Cavoli..." Mormora. "Ma... ma... qui c'è proprio tutto?"
"Sì, Mauretti. Tutto quello che hai scritto finora. I due scaffali sotto rimarranno vuoti finché non ci saranno altre tue parole per riempirli..."
"... e quindi tu..."
"... e quindi io, da quando ho conosciuto i tuoi scritti e poi ho conosciuto te, ogni volta stampo le tue pagine e poi - quando i fascicoli si fanno corposi - le rilego. Le rilego, le rileggo: una G a volte può fare una grande differenza non trovi?"
"Non so che cosa dire..."
"E non dire niente, allora. Piuttosto che sparare stronzate a casaccio, taci. Poi vieni in cucina: voglio farti vedere perché ti ho chiesto di venire qui proprio oggi." Vado verso la cucina con passo spedito, poco dopo mi raggiunge.
Si ferma sulla soglia, guarda il tavolo, sorride ancora una volta: gli ho preparato la torta salata che preferisce.
"Silvietta... non dovevi..."
"Volevo, però..."
"Tu ci sei sempre."
"No, Sagliets, a volte ci sono e a volte no. Diciamo che io ci sono sempre stata nei momenti in cui era necessario che io ci fossi e tu idem con patate. Anche quando eri così obnubilato da non riconoscere te stesso, anche quando ero così obnubilata da non sapere più chi io fossi."
"Già. Come quella volta in cui..."
Stappo una bottiglia di Dark Island, riempio due bicchieri, li alziamo come se fossero il Graal.
"... e quell'altra volta in cui..."
Snoccioliamo eventi del nostro percorso comune in cui ci siamo accettati per come eravamo nel momento in cui lo eravamo, ci raccontiamo di "quelle volte in cui", facciamo progetti per il futuro, ci distraiamo dal presente di questa domenica senza Toro e dall'amarezza di provare quasi sollievo... sarà anche una domenica senza Toro, ma è un essere senza Toro che nulla ha a che vedere con l'essere senza Toro che - maledizione - si sta consolidando.

"Hey, Sagliets! Si è alzato il vento, lo senti? Mi è venuta un'idea..."
"Quale?"
"Andiamo a far sventolare le Bandiere?"
"E andiamo, dai!"

Seduti sulla riva del fiume, senza attendere che passino i cadaveri dei nostri nemici giacché nemici non abbiamo(*), lasciamo che due Bandiere Granata danzino con il vento(**), facendo attenzione a che non volino via e così ci nutriamo del Tempo che manca a quando il Toro tornerà.
Perché tornerà, vero? A volte vorrei sentirmelo dire sapendo che si tratta della verità.


 
(*) Oh be’, in realtà abbiamo nemici, tutti ne hanno. Per MIA buona sorte ho nemici di scarso valore intrinseco e pure estrinseco e dunque, alla fine della fiera, vivo nel bel mondo che ho costruito fin qui senza troppi patemi e occupandomi della felicità mia e di chi abbia voglia di guardare un po’ più in là del proprio naso.
(**) A quelli del Toro piace fare cose da Toro... (***)
(***) ... anche se non proprio tutti quelli del Toro fanno cose da Toro. Che dire? Viva le differenze: SEMPRE.





... Send me a dreamboat
That I can sail away...