martedì 26 novembre 2013

Rock and roll

Toro-Catania 4-1

Il cielo di Torino sul calar di Toro-Catania
Mi ostino a chiamarlo Toro anche se Toro non è, ma vabbe', tant'é, pereppeppé.
Quattro gol non servono a cancellare ciò che non c'è da tempo immemore e, al tempo stesso, fanno stare bene benino per un po'.
Due giorni fa era giorno di partita, due giorni fa ero allo stadio con mio figlio, solo con lui.
Solo con lui e con gli Amici che ritrovo lì: niente Stefi, niente Davide-Amico, niente Manuuuu.
Uscendo dallo stadio gli racconto che [voce da vecchietto del Far West ON] ai miei tempi ho visto il Toro vincere contro il Lanerossi Vicenza per quattro a zero e mi trovavo proprio in quel punto dello stadio [voce da vecchietto del Far West OFF] e che, in tale occasione, mi era anche successa una cosa piuttosto imbarazzante.
"Che cosa, mamma?"
"Oh be', ciccio... sai, allora andavo sempre in giro con un piccolo taccuino in tasca..."
"Taccosa?"
"Taccuino, blocco note, fogli pinzati fra loro e adornati da copertina."
"A volte parli strano, lo sai?"
"Sì, certo. Dunque, dicevo: andavo sempre in giro con un piccolo taccuino in tasca e una Bic blu."
"E dove sta l'imbarazzo?"
"Sta nel fatto che la Bic mi si era smontata in tasca e mi aveva tinto la chiappa destra di blu. Ci sono voluti secoli prima di riuscire a cancellare quel tatuaggio estemporaneo."
Scoppia a ridere.
Mi piace sentirlo e guardarlo quando ride.
Veramente mi piace sentirlo e guardarlo sempre.
Anche quando mi sta sulle palle.
Perché - ammettiamolo - i figli ogni tanto stanno anche sulle palle... siamo stati o siamo tuttora figli, no? Sappiamo quanto possiamo essere molesti, no? Sì, lo sappiamo.
Esistono tanti modi per essere genitore e l'unico che conosco io è quello di considerare i miei figli come persone, indipendentemente dal fatto di essere persone con cui condivido un po' di DNA e molta vita.
Persone speciali perché mi hanno regalato la grande e buona fortuna di essere la loro madre, persone speciali perché mi garantiscono la grande e buona opportunità di osservare la loro crescita.
Persone speciali e anche persone normali.
Sì, i miei figli sono più belli, più sensibili e più intelligenti di chiunque altro, è ovvio.
E sono anche normalmente pessimi: sono esseri umani.
Vabbe'.
Che cosa stavo dicendo? Ah, sì: mi piace sentirlo e guardarlo ridere.
Mi piace abbracciarlo.
E mi piace essere abbracciata da lui, soprattutto ora che sto sperimentando l'essere sovrastata fisicamente da 'sto ragazzo in crescita, da 'sto ragazzo che guardo negli occhi sollevando il capo perché, ORA, i suoi occhi sono più in alto dei miei.
Allora.
Dunque.
Non succede spesso, ma quando succede... insomma: non succede spesso che il Toro segni, ma quando il Toro segna, quelli del Toro si abbracciano.
Quelli del Toro si abbracciano.
Sconosciuti con sconosciuti.
Amici con Amici.
Figli con le Madri.
Domenica - e per quattro volte! - ha spalancato le braccia, istintivamente mi sono voltata verso di lui, e mi ha stretta forte a sé.
Fra il voltarmi verso di lui e l'essere stretta dalle sue braccia, però, c'è stato un momento - piccolo e quasi eterno - in cui ho visto nei suoi occhi lo sguardo che probabilmente avevo io nei miei quando l'ho visto camminare per la prima volta, portarsi il cucchiaio alla bocca per la prima volta, scrivere il suo nome su un foglio per la prima volta.
Era come se mi dicesse: "Stiamo crescendo insieme e ci sono ancora tante cose da imparare! Anche che posso essere più grande di te!"
Ho forse letto troppe cose in quattro banali abbracci? Sì? E chi se ne frega: mi piace leggere.
Quattro gol non servono a cancellare ciò che non c'è da tempo immemore e, al tempo stesso, mi hanno regalato quattro abbracci che metto in cantina per i momenti di carestia.
E il Toro?
Boh, oggi mi viene da rispondere OLÉ, domani tornerò a cercarlo: prima o poi lo (ri)troverò.

Uh, quasi dimenticavo... mia figlia e il suo compagno di scuola gobbetto e molesto.
Lui è andato a cercarla per dirle: "Ieri la giuve ha vinto due a zero!"
Lei avrebbe potuto rispondere estiqaatsi, ma non l'ha fatto: brava, bimba mia... anche se in realtà l'ha fatto a modo suo rispondendogli: "Ti ho mai detto che non mi occupo di quella specie di squadra e che a me interessa solo il Toro? Te lo dico adesso: non mi occupo di quella specie di squadra, a me interessa solo il Toro." Ancora: brava, bimba mia.

Forse trovo un po' di Toro proprio nei miei figli, forse è per quello che a volte dimentico gli affanni Granata, forse è per quello che due normalissimi esseri umani - quanto meno nella mia vita - fanno LA differenza.
E dunque... e dunque rock and roll.