martedì 5 novembre 2013

Pachidermicamente differenti

Toro-Roma 1-1

(A volte ci sono cieli che...)
Sappiamo di pensarla diversamente, lo sappiamo così tanto che evitiamo l'argomento, eppure riusciamo sempre a parlarne.
Lunedì mattina, dopo aver parlato di amenità varie, dopo che nessuno dei due aveva tirato in ballo l'argomento, be'... lui ha messo le carte in tavola e, coraggiosamente, mi ha fatto una domanda.
Dico 'coraggiosamente' perché cerchiamo sempre di fare molta attenzione ai confini reciproci.
In realtà non so se sia stato un atto di coraggio o meno... forse si è trattato di normale curiosità.
C'è stato un momento di silenzio e poi mi ha chiesto: "Com'è stato ieri sera?"
Gli ho risposto dicendogli la verità: "È stata una serata meravigliosa..."
L'ho sentito trattenere il fiato per un breve attimo e poi ho aggiunto: "... umanamente. Punto. Non aggiungerò altro."
Lui sa che quando dico "Non aggiungerò altro." un qualsiasi tentativo di approfondimento andrebbe sprecato, andrebbe a cozzare contro la mia testardaggine, andrebbe a creare turbative dove turbative non ci devono essere, dove turbative non vogliamo ci siano.
La pensiamo diversamente, così diversamente che sappiamo che affrontare il discorso vorrebbe dire non parlarsi per qualche giorno... una fatica boia.
La pensiamo diversamente eppure, alla fine della fiera, l'obiettivo che a volte ci accade di raggiungere è sempre lo stesso.
Il giorno prima di Toro-Roma mi ha scritto: "Nonostante tutto, pur essendo così pachidermicamente differenti, è bello sapere che ci siamo l'uno per l'altra."
No, non stavamo parlando del Toro, bensì di piramidi, punti cardinali, festività celtiche.
Però è riuscito, come quasi sempre a centrare il punto: per quanto grandi siano le differenze che separano le scuole di pensiero, mettersi in posizione d'ascolto verso gli altri ripaga sempre: si finisce per imparare qualcosa di nuovo ed aumenta la capacità di rispetto nei confronti di ciò che è al di fuori di noi, della nostra conoscenza, del nostro giudizio.
Grazie dunque, Sagliets, per aver voluto sapere della mia serata umanamente meravigliosa senza dirmi la tua insoddisfazione e senza che io ti dicessi della mia soddisfazione.
Non vinceremo mai il Nobel per la Pace, ma forse stiamo crescendo: grazie per tenermi compagnia in questo percorso difficilotto.
E quando il Toro vincerà faremo festa e brinderemo insieme, anche per celebrare la chiusura momentanea di una spaccatura che ci divide e, contestualmente, rende più forte il nostro legame.
Forza Toro, néh?

Dimenticavo... Sì, la sera di Toro- Roma è stata meravigliosa. Mi sono ritrovata a chiacchierare con un Amico ma, a differenza del solito, non abbiamo parlato di musica... no, si è parlato di femori rotti, di nonne, di addii, di mamme, di massimi sistemi, di persone del passato, del caso. Si tende a pensare che lo stadio non sia il luogo più indicato per farsi confidenze, si ritiene che la Maratona sia un luogo piuttosto rumoroso (vabbe', qui ci sarebbe da aprire un AMPIO dibattito...), si dice che i discorsi seri e profondi vadano fatti in luoghi più opportuni... io la penso diversamente.
I discorsi si fanno quando li si vuole fare: è solo questione di volontà, non di luoghi o momenti.
Volontà.
E basta.
Vale per tutti, anche per i Ragazzi in campo, che sono scarsucci (escluso il Numero Undici) ma con la forza di volontà possono fare e meravigliare.
Ciò detto... torno fra le coltri a curare l'influenza che ho portato con me allo stadio domenica sera ed ho riportato a casa in forma bastardamente balorda: in questi giorni il Trio delle Meraviglia siamo il piumone, l'iPod ed io... ogni tanto è affascinante fermarsi un po'... e poi... e poi... e poi ho un appuntamento importante l'8 novembre, ce l'ho qui, proprio qui, sulla mia Pagina Infinita.
Buona notte: get the Led out.

(Tanta robbba)