venerdì 3 giugno 2022

Ce n'è di Coviddì

Ne saprei qualcosa: quattro membri della famiglia su cinque appestati (gatto Oliver l'ha scampata) tra il 17 e il 24 maggio.

Ho cercato di far passare il tempo, facendo finta di stare benino, ed effettivamente non è stata un'esperienza troppo dolorosa (a parte due giorni in cui non sapevo bene dove e come girarmi per non sentire più il male alle ossa, per riuscire a respirare, per cercare di chetare il martello che batteva incessante nel cranio): sono riuscita ad essere stupida come quasi sempre.


Poi è arrivato il dopo. quello che non ti raccontano, quello che poi ne parli con chi ci è già passato e ti senti meno diversa, quello che si trascina, quello che ti rende totalmente diversa da come eri prima, quello che chissà se mi passerà.

Il dopo è ancora feroce e dunque... fate attenzione, fate tantissima attenzione. Sempre.

sabato 7 maggio 2022

Pioggia

Quando piove forte forte forte mi piace osservare le pozzanghere.

Le gocce si infilzano violente sulla superficie delle medesime producendo bolle, che vagano disordinate.

Alcune continuano a vagare, altre esplodono e spariscono.

Talvolta battezzo alcune bolle con i nomi di chi mi sta sulle gonadi e faccio il tifo per una rapida esplosione/sparizione.

Una specie di voodoo, che finora non ha dato risultati.

Forse la mancanza di risultati dipende dal fatto che chi mi sta sulle gonadi sparisce dal mio radar emotivo non appena vi entra.

E allora che cosa faccio esattamente con le bolle delle pozzanghere?

Niente: le guardo e, silenziosamente, ringrazio la pioggia per esistere.

Ciau.

Ocean Rain, Echo & The Bunnymen,
dall'album omonimo, che domani compie trentotto anni


lunedì 14 marzo 2022

Oh, my Heart… Oh, my Hurt…

Il MIO Libro è "Cent'anni di solitudine" (anche "Tre uomini in barca", dai).

La MIA Squadra è il Toro (anche i Grigi, dai).

La MIA musica è i Led Zeppelin, i Queen, i Beatles, Vivaldi, Mozart, Paganini (anche Schubert, dai).

I MIEI panorami sono la Scozia, il Galles e l'Irlanda (anche la Bretagna, dai).

Il MIO autore è Neil Gaiman (anche Terry Pratchett, Douglas Adams e Carlo Rovelli, dai).

I MIEI film sono "Blade Runner" e "The Big Chill" (anche "Big fish", dai).

I MIEI attori sono Michael Sheen e David Tennant (ma dai?), ma prima di loro c'era William Hurt ("Stati di allucinazione" e bazamm: mine forever).

Ho davvero il cuore spezzato.

Il MIO cuore è tutto quanto ho elencato, per tacere di tanto altro che si affolla lietamente o meno in me.


(c'è ancora spazio, tuttavia oggi ho come l'impressione che 'sto cuore di cuoio faccia un po' di fatica a cucire l'ennesima ferita)

💔

lunedì 24 gennaio 2022

Il vento

Avevamo deciso di andare alle Shetland mentre ci trovavamo a Barra, Ebridi Esterne.

Il viaggio alle Ebridi Esterne era iniziato ben prima di andarci. Una telefonata come tante altre:

  • Dove andiamo quest'estate?
  • Mi piacerebbe tornare in Scozia.
  • Sì, però andiamo un po' più lontano del solito: che cosa ne dici delle Ebridi?
  • Ma ci siamo già stati!
  • No... io pensavo alle Ebridi Esterne.
  • Uhm... lasciami guardare l'atlante.

Mi ero messa a raccogliere informazioni qua e là in rete e, mentre prendevo appunti sulla Moleskine, mi capitava di pronunciare con inesorabile frequenza la frase: "Ma dove stiamo andando, dove stiamo andando?!?"

Vagolando avevo scoperto che faceva parte della fauna l'Orbettino: sembra un serpente, ma è una specie di lucertola senza zampe. Quasi più interessante di un Cervo o di uno Scoiattolo.

Quello che non sapevo è che avrei trovato colori di cui non so ancora adesso il nome.


Our Lady of the Isles


Le Ebridi Esterne, come mi è capitato di dire ripetutamente, viste dal satellite sono come stracci verdi e tarlati buttati nell'Oceano, come se la Dea si fosse improvvisamente spogliata del Suo mantello e l'avesse buttato a mare. Ciò che non avevo preso in considerazione era che ogni piccolo o grande foro del mantello della Dea giocava a 'Strega tocca colore' con il Cielo.

Ogni minimo nostro spostamento, da Lewis a Harris a North e South Uist a Barra e ritorno, era una sorpresa: talvolta ci accadeva di essere su un crinale e di guardare in una direzione per vedere laghetti (le parti tarlate del mantello) blu cobalto e poi, voltandoci in altra direzione, trovare fori nella Madre Terra neri come la pece.

A South Uist mi era persino venuta voglia di Fede, quando mi ero trovata al cospetto di Our Lady of the Isles.

Avevamo cercato di andare più a Sud possibile ed eravamo giunti a Barra, dove Kisimul Castle mi aveva fatto venire voglia di ridere per la sua assurdità. Su, ignavi, cercate le foto di questo castello: si trova in mezzo all'acqua.

Oh, vabbe', eccolo:

Prima di prendere il traghetto per South Uist, mi ero fermata a fare quattro chiacchiere nel deserto: c'eravamo solo noi quattro e il gestore di un banchetto di bibite e panini. Poi si era avvicinata una coppia di italiani con cui avevo fatto altre quattro (o anche di più chiacchiere). Ci eravamo scambiati impressioni di viaggi pregressi e ci avevano raccontato delle Shetland.

Uhm.

  • Ci andiamo la prossima estate?
  • Ovvio.

E ci eravamo davvero andati l'estate dopo.

Quando ripenso a quel viaggio, lo paragono alle mie mani di bambina che cercano di contenere una lucciola per godere della luce senza farla fuggire, per poi liberarla e vederla scomparire nel cielo.

Molte emozioni sul percorso, la più grande: la sosta ad Aberdeen in attesa dell'imbarco, io che passeggio sotto la pioggia ascoltando:


E poi quel viaggio notturno, lungo, placido, sereno. La breve sosta alle Orcadi, viste dal parapetto del traghetto e poi, insieme con l'alba, laggiù: stiamo proprio andando a Nord.

Broch of Clickimin

Il cielo era sereno, quando siamo arrivati a Lerwick, e ci era stato facile trovare la casa affittata per quei giorni di lontananza da tutto e di vicinanza a quanto di più intimo ed interiore era in noi.

Sistemate le valigie, ci eravamo diretti al Broch of Clickimin (bisogna pur iniziare da qualche parte, no?).

Guardate quel verde: non lo troverete da nessun'altra parte al mondo. È IL Verde del SonoNelLuogoGiusto. Ma che il verde mi aveva sorpreso il vento. Freddo e tenero. Come la carezza sulla guancia della mamma dopo che aveva lavato l'insalata. Avevo respirato a pieni polmoni quel vento così ospitale e mi ero diretta tranquilla verso il Broch.

Bon, un sacco di parole inutili per ricordare il Vento delle Shetland. Chissà quando ci tornerò. Chissà se ci tornerò.

Forse dovrei chiedere aiuto ai miei figli vichinghi de no' antri.

Forza, ragazzi, questa volta portatemi voi fin lassù.

(che nostalgia della Scozia)

(mi lacera il cuore)

(ed è un bel lacerare)

giovedì 9 settembre 2021

Quella prima sera

Quella prima sera avevo chiesto a tutti di lasciarmi da sola con la mia nuova bambina.

Giravo per i corridoi dell'ospedale, con aria sognante, spingendo la culletta trasparente in cui si perdeva quel fagottino rosa dai capelli neri e le unghie perfette, i piedi perfetti, la boccuccia perfetta, la tuttezza perfetta.

E poi avevo notato Lei: indossava un trench color cammello, entrava in una camera e poi ne usciva e poi entrava in un'altra e così via. Stringeva un mazzolino di fiori fra le mani.

"Frances!", avevo esclamato e poi le avevo mostrato orgogliosa la mia nuova bimba. Frances non sapeva che io volessi stare sola con il mio fagottino. Frances mi aveva fatto il meraviglioso regalo di arrivare inaspettatamente a raccogliere un po' di lacrime di gioia, esaltazione, ormoni e altro che non so ancora ben definire: 1) io ora non piango più, non piango più da mille anni, 2) io non ho ancora realizzato di aver messo al mondo due creature.

Qualche anno dopo, sulla strada verso le Shetland, avevamo fatto tappa nel paese natio di Frances: Forfar. È nell'Angus, un po' sopra Dundee, sulla strada verso Aberdeen, mio luogo chiave di sentimenti e tutte cose. Su un edificio svettava un drago.


La mia mente e il mio cuore viaggiano così, oggi.

Quella prima sera con il mio nuovo fagottino (che oggi compie diciassette anni: auguri, Giulia) e un mazzolino di fiori.

lunedì 28 giugno 2021

Wibbly-wobbly, timey-wimey

È una specie di Celebration Day.

C'è questo episodio del Doctor Who che si chiama "Blink" ed è il decimo della terza stagione, che è la seconda stagione del Decimo Dottore, che è il MIO Dottore, anche se il MIO primo Dottore è il Quarto e un giorno avrò una sciarpa come la sua.

Che cosa stavo dicendo? Ah, sì: "Blink". Sceneggiato da Steve Moffatt (Genio): guardate qualsiasi cosa in cui lui abbia avuto parte e ne sarete felici.

"Blink" è la Scatola delle Meraviglie nella saga moderna del Doctor Who: ci sono i Weeping Angels, viene spiegato il Tempo*, il Dottore c'è e non c'è e - soprattutto quando non c'è - spiega tutto. TUTTO.

Non sono qui per celebrare il Dottore e/o il Tempo, ma semplicemente il fatto di aver guardato per l'ennesima volta "Blink" e di averlo fatto per la prima volta con mio figlio che, core de mamma, è rimasto a bocca aperta esattamente come è successo a me (la prima volta, la seconda, quella successiva, quella che sarà).

Quella cosa lì. Lo stupore. La semplicità. La complicità. Molto simile a quella che manifestavamo quando andavamo allo stadio insieme: magari un giorno ci torneremo, chi lo sa.

W il Dottore, W il Tempo, W noi due, che siamo un po' strani, ma fa lo stesso.

Don't blink, mi raccomando: potreste essere attaccati (roba da Whovians) oppure semplicemente perdere un pezzo di godimento per strada (roba per tutti, Whovians e no).

Good luck.



* People assume that time is a strict progression from cause to effect, but actually from a non-linear, non-subjective viewpoint, it's more like a big ball of wibbly-wobbly, timey-wimey stuff.

venerdì 25 giugno 2021

#andràtuttobene #stocazzo

Affinché tutto cambi, nulla deve cambiare. ©

Chi si inginocchia, non sa perché lo fa.
Chi non si inginocchia, sa perché non lo fa.


Funziona così, nel mondo post pandemia (sì, suca: la pandemia non è ancora finita, coglioni) la grande discriminante è sempre la stessa: tacciare di ignoranza chi si oppone al pensiero individuale (soprattutto se fascista).

Oi, nessuno vuole convincere qualcuno a cambiare idea... molte teste, molte opinioni. Alcune buone (di opinioni), altre arrotolantisi su preconcetti da cui smuoversi sembra essere la morte socialnetworkiana.

Oh yes... tutti 'sti individui che pensano di esistere in virtù dei like che si scambiano in enclave automerdentesi (vogliate perdonare il neologismo) e che si autopercepiscono come Unti dal Signore (ma figuriamoci se Dio* ha tempo e voglia di ungere stronzi qua e là) e, dunque, forieri di verità indiscutibili.

Usate la lubrificazione che ritenete di aver ricevuto in dono per ungere parti del corpo che siano in relazione con le vostre dita, ma non con le tastiere di un PC o di uno smartphone, bensì con cavità o protusioni dei vostri corpi, orsù: potreste trovare soddisfazione.

*non esiste, ma se esistesse starebbe ridendo a crepapelle.

Se è bene o male quello che tu fai .
Tu sei bello e ti tirano le pietre .
Tu sei brutto e ti tirano le pietre .
E il giorno che vorrai,
Difenderti vedrai,
Che tante pietre in faccia prenderai!

Ready, steady, go!